a cura di Davide Fioretto ed Elisabetta Perazzo
7-8 febbraio
Gli studenti occupano le facoltà di Lettere, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Magistero, Fisica e DAMS. Con le proteste, che interessano varie città italiane, si contesta la circolare Malfatti.
23 febbraio
Nella Sala Borsa viene organizzata dalla Federazione CGIL CISL UIL di Bologna un’assemblea di confronto tra le organizzazioni sindacali e il movimento degli studenti.
7 marzo
Un corteo di 3.000 persone si dirige verso il carcere e la sede del PCI. Nascono scontri con la polizia e autoriduzioni in alcuni ristoranti.
8 marzo
Un corteo femminista viene “caricato” dalla polizia causando il ferimento di alcune manifestanti.
11 marzo
Ore 10: un gruppo di studenti contesta l’assemblea di Comunione e Liberazione all’Istituto di Anatomia.
Il rettore Rizzoli chiama le forze dell’ordine. Gli studenti si spostano verso porta Zamboni e via Irnerio. Ne nasce uno scontro.
Ore 12.45: Francesco Lorusso viene colpito da un carabiniere e muore poco dopo. Si sparge la voce: gli studenti si barricano in piazza Verdi e tengono assemblee in tutte le facoltà.
Ore 17.30: parte un corteo di circa 6.000 studenti da via Rizzoli. Si verificano atti di vandalismo e scontri con la polizia in particolare presso la stazione. Avvengono i primi arresti.
Ore 21: mentre torna la calma in città, il ristorante “Al Cantunzein” viene saccheggiato insieme alla mensa universitaria.
Ore 22: alla facoltà di Lettere si tiene una affollatissima assemblea studentesca.
12 marzo
Ore 9: grande manifestazione indetta dai sindacati, cui partecipano anche gli studenti. Viene negata la parola al fratello di Lorusso, perché non accetta di condannare la violenza.
Ore 16.40: le forze dell’ordine intervengono da via Zamboni, largo Respighi e S. Petronio Vecchio per lo sgombero dell’Università. Gli studenti si barricano a Lettere e danno fuoco alla barricata.
Ore 21: nuova carica all’Università e questa volta si spara da entrambe le parti. I poliziotti desistono per timore di nuovi morti.
Ore 21.30: viene svaligiata l’armeria di via Castagnoli.
Ore 22.55: Radio Alice viene chiusa dalle forze di polizia.
13 marzo
La zona universitaria, deserta, viene occupata militarmente. Vengono usati tre autoblindo e tre carri M113 che bloccano tutte le vie di accesso all’Università.
Tra il 13 e il 14 marzo 131 studenti vengono arrestati. Perquisizioni e arresti proseguiranno fino all’estate.
14 marzo
Ore 10: i funerali di Lorusso si svolgono nel massimo ordine. Contemporaneamente la Federazione unitaria ha indetto uno sciopero di un’ora con assemblee nei luoghi di lavoro.
Ore 10.30: Radio Alice si fa di nuovo sentire, ma viene nuovamente chiusa. I funerali terminano senza problemi, anche se qualcuno sparge la voce di 800 persone armate in viaggio verso il centro della città.
Ore 15: 2/3.000 studenti si ritrovano in via Andreini e decidono di recarsi davanti alle fabbriche della Bolognina, di S. Donato e di S. Viola. Attimi di tensione con la Celere che li segue da vicino. Poco dopo in centro la polizia ferma alcuni autobus e perquisisce le persone. Alcuni arresti.
Ore 18: dopo le fabbriche gli studenti si ritrovano in piazza Unità. La Celere ricompare e si rischia lo scontro. Gli studenti ottengono il cinema Minerva per l’assemblea sull’incontro/scontro con gli operai. Si decide per l’indomani di andare alla scuole Aldini per chiedere aule per incontrarsi.
16 marzo
Si tiene la manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali, dai partiti politici e dalle istituzioni locali contro la violenza.
Ore 14: inizia un ordinato sit-in in via Rizzoli. Ricompare la squadra politica della Questura, sparita nei giorni precedenti, a trattare con gli studenti. La Celere rimane dislocata in via Orefici. Giovanni Lorusso non parla perché non accetta di condannare esplicitamente ogni forma di violenza. Gli studenti si fronteggiano col servizio d’ordine del sindacato e del PCI. Ogni slogan antisindacale e contro il PCI e la PS viene soffocato dagli stessi studenti.
Ore 16: circa 200.000 persone confluiscono in piazza Maggiore. La manifestazione termina verso le 18 senza incidenti. Parlano Armaroli, Salizzoni, Pratesi e Zangheri.
Ore 18: parte un corteo di circa 8.000 studenti che arriva in piazza dei Martiri dove Giovanni Lorusso legge il suo intervento.
18 marzo
Sciopero dell’industria indetto dalla Federazione CGIL CISL UIL. In piazza Maggiore gli studenti contestano il comizio di Bruno Trentin e chiedono la
parola.
21 marzo
Sette studenti vengono arrestati per possesso di fazzoletti predisposti per coprirsi il viso e limoni usati per resistere agli effetti dei lacrimogeni. Nel luogo dell’arresto vengono ritrovati una fionda e dei bulloni.
23 marzo
Si riapre l’Università che rimane presidiata dalle forze dell’ordine.
1° aprile
Dibattito nella Sala Borsa tra le organizzazioni sindacali e il movimento degli studenti con intervento di Bruno Trentin.
19 aprile
Vengono nuovamente occupate dagli studenti alcune facoltà.
22 aprile
Termina l’occupazione dell’Università sotto la minaccia di un intervento della polizia.
25 aprile
Comizio per la Liberazione. Si ritrovano i partiti politici e i sindacati. Gruppi di giovani fanno una contromanifestazione che parte dal Palazzo dello sport e si conclude nel luogo dell’uccisione di Lorusso.
29-30 aprile, 1° maggio
Gli studenti bolognesi indicono un’assemblea nazionale che dovrebbe concludersi il 1° maggio, giorno in cui è previsto il comizio di Luciano Lama in piazza Maggiore. L’Università viene chiusa per evitare che possa essere occupata.
Cronologia tratta da:
Una sparatoria tranquilla. Per una storia orale del ’77, Roma, Odradek, 1997.
«Fabbrica e territorio», numero unico in attesa di registrazione, 1977.
Bologna 1977, da marzo a settembre, a cura della commissione diritti civili della Federazione bolognese del Psi, Bologna, La Squilla, 1977.