Testo introduttivo alla mostra “Millenovecento77”, di Mauro Maggiorani e Marica Tolomelli
Gli anni Settanta sono considerati, dal punto di vista storiografico, una cesura fondamentale nella storia contemporanea: in quel decennio arrivano a piena maturazione processi di trasformazione economica, politica, culturale e tecnologica che si erano affacciati sulla scena negli anni precedenti e che saranno destinati a caratterizzare i successivi.
Un decennio turbolento, certo, per la fine del boom economico e la crisi delle società industriali, ma anche una fase decisiva per l’esplosione della modernità in cui siamo oggi immersi. Non solo anni di crisi, dunque, ma anche di profonda trasformazione e di rinnovamento. Nell’Italia repubblicana l’impatto traumatico di molte esperienze proprie del decennio ha influenzato a lungo la memoria di quella stagione, costringendo la narrazione degli anni Settanta entro i termini, riduttivi, del terrorismo e della violenza politica e sociale. A quarant’anni da quegli eventi, la disponibilità di fonti archivistiche ora accessibili e la distanza che si è naturalmente frapposta tra noi e le storie vissute consentono di riaprire il dibattito storiografico, di individuare nuove chiavi di lettura, di suggerire ulteriori percorsi di ricerca e approfondimento. Ma quali sono le fonti effettivamente a disposizione di studiosi, ricercatori, studenti per riflettere sul 1977 a Bologna?
Questa mostra − organizzata grazie al contributo di diversi archivi pubblici e privati bolognesi, su iniziativa della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna che ha compiti di tutela e vigilanza in materia − intende dare visibilità al patrimonio documentario, ricco e tipologicamente diversificato, conservato nella nostra città: ciclostilati, relazioni, manifesti, fotografie, video, giornali, fanzine, disegni e dattiloscritti del Movimento, verbali, volantini, materiale fotografico prodotto da istituzioni pubbliche, partiti, sindacati, e tanto altro ancora. Un percorso tipologico e tematico attraverso il 1977 che presenta un’interessante selezione del vasto giacimento di materiali prodotti in quei mesi e che, col compimento dei 40 anni, diventano a tutti gli effetti “documenti storici”.
Una carrellata che, pur affrontando con particolare attenzione i due momenti più importanti di “quell’anno breve” che va dai fatti di marzo, con l’uccisione dello studente Francesco Lorusso, al Convegno internazionale contro la repressione di settembre, fa emergere tematiche di più lunga durata: il lavoro, l’emancipazione femminile, le nuove culture giovanili, il rapporto tra studenti, partiti e sindacati.